È autunno! Per me
l’autunno inizia ad ottobre. So che non è così, ma i primi freddi, la pioggia,
il cielo coperto e soprattutto l’esplosione di rosso, sono tipici di ottobre
più che di settembre e io collego l’autunno a questi elementi.
Sono anche
settimane un po’ fitte: c’è stato il mio compleanno, fra qualche giorno si
laurea mia sorella (che ansia!!!), ho avuto due colloqui di lavoro (ma ancora
nessun contratto) e mi sono messa a leggere un libro.
Il libro porta il
titolo di questo post. Me lo ha prestato un’amica dicendomi che lei lo aveva
divorato in 24 ore, la sorella (con due bimbi piccoli) in 2 giorni e secondo
lei mi sarebbe piaciuto… e ci ha preso!!!
È una storia vera
e questo mi ha un pochino frenato nelle prime pagine perché temevo il mio
coinvolgimento emotivo. Temevo di non riuscire più a staccarmi e così è stato!
Parla di un
bambino che viene abbandonato dalla madre a un anno e viene rinchiuso in un
orfanotrofio, dove viene giudicato irrecuperabile, quindi non adottabile e
destinato a passare tutta la sua vita in istituti. Tutto questo condito dal fatto
che in Russia negli anni ’90 e tuttora (così viene raccontato nel libro, non ho
delle informazioni approfondite) i bambini considerati irrecuperabili vengono
lasciati a loro stessi. Questa etichetta viene data non solo a bambini con dei
grossi problemi neurologici o psichici, ma anche a bambini con problemi fisici,
piccole difficoltà o patologie risolvibili con qualche operazione.
È veramente un
inno alla vita! Questo bimbo trasmette una voglia di vivere grandissima e una
capacità di adattamento senza misura. Mi ha aperto gli occhi su una realtà a me
sconosciuta e ,pensare che il trattamento che viene descritto è riservato
ancora ai bambini disabili che vivono lì, mi lascia molta rabbia.
Concludo questo
post con la frase che chiude il libro: “Tuttavia, se questo libro
assottiglierà, anche di poco, i ranghi degli indifferenti, avrà avuto successo”.