sabato 8 ottobre 2011

Bésame mucho


Prima di tutto ci tenevo a fare un breve aggiornamento rispetto alla questione separazione. Lo stage è andato bene e io e Lele siamo sopravvissuti. Lui si è fatto 3 notti nel lettone con il papi e siamo stati un sacco a telefono. Le conversazioni vertevano solo su trattori e macchinine, ma non potevo pretendere molto. Un “Mamma, ove sei?” mi ha fatto piangere 5 minuti alla fine della telefonata, ma non potevo pretendere molto nemmeno da me!

Torniamo invece al titolo del post: Bésame mucho, non è una richiesta di affetto e nemmeno una canzone, ma è il titolo di un celebre libro di Carlos Gonzàles. Avevo letto alcune recensioni e mi ero incuriosita parecchio, ma sinceramente non me la sentivo di spendere dei soldi per un libro che non sapevo se avrebbe fatto al caso mio, per cui ho aspettato che qualche biblioteca lo acquistasse.
Non è che abbia controllato spesso, diciamo però che 1 anno fa non c’era da nessuna parte e qualche settimana fa era presente in una biblioteca.

Insomma per farla breve, l’ho letto. Mi ha fatto bene al cuore, ma sono contenta di averlo letto ora che Lele ha 2 anni e non quando era più piccolo, perché mi avrebbe messo in crisi.
Il libro tratta di un modo di stare con il bambino che lo rispetta come persona e come essere bisognoso di molte cure e suggerisce un modo di essere genitori che prevede il contatto continuo, il cosleeping, l’allattamento a richiesta, l’assenza di violenza verbale, corporale e di qualsiasi tipo.
Mi ha confermato e mi ha aiutato a mettermi nella prospettiva di mio figlio. Nel libro ci sono spesso degli esempi di situazioni tipiche fra bambini o fra bambini e genitori e vengono riproposte come se gli avvenimenti accadessero fra adulti: alcune scene sono esilaranti!! Rompe molti schemi che la nostra società ci impone e sfata varie teorie molto radicate (non tenere in braccio il bimbo se no lo vizi, piangere gli fa bene ai polmoni, allattamento ad orari prestabiliti, ecc).

Il motivo per cui sono contenta di non averlo letto quando Lele aveva qualche mese è perché io e il cosleeping non andiamo molto d’accordo e il contatto continuo mi crea un po’ di asfissia.
Giusto per capirsi: 1. ho bisogno dei miei spazi e dei miei tempi, se ci conosciamo da 5 minuti non mi toccare o abbracciare;
2. ci ho messo qualche mese ad abituarmi al fatto che mio marito dormisse con me.
Questo non toglie il fatto che abbiamo usato un sacco la fascia fino a quando non ha iniziato a camminare e che tuttora si fa qualche notte nel lettone, ma allo stesso tempo se comincia a starmi sempre in braccio inizio a spazientirmi e che non dormo bene quando lui è nel lettone.
Non mi sento una cattiva mamma per questo, ma molto probabilmente mi ci sarei sentita un anno fa, per cui per fortuna che la biblioteca non lo aveva prima.

Lo comprerei? Probabilmente no, non perché non mi sia piaciuto, ma piuttosto perché non mi detto nulla di nuovo o che non avessi già conosciuto o acquisito come mamma. Sicuramente però consiglierei a tutti di prenderlo in prestito in biblioteca (se lo trovate!!!), perché fa bene sentire una persona autorevole che ti conferma in quello che pensi e vivi.

3 commenti:

  1. Io ho comprato e letto il libro. E' vero, non dice nulla che il cuore di mamma sappia già, ma in una società pronta a distruggere ogni piccola certezza mammesca e imporre soluzioni innaturali per accudire un figlio, una iniezione di fiducia non fa affatto male.
    Io sono come te, non sono così propensa al cosleeping e all'attaccamento continuo, ma l'equilibrio con il proprio figlio si trova venendosi incontro da entrambe le parti!

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  2. Sono molto in dubbio sul cosleeping, e credo che deciderò soltanto quando sarà il momento giusto... cioé quando il "robino" sarà fuori! :-)
    Quindi lo sconsigli alle future mamme? Anche io ne ho sentito parlare da molte parti e in questo periodo in cui cerco di informarmi più che posso era tra i libri che avrei cercato... che dici?

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  3. E' proprio come dice Stefania, dà un'iniezione di fiducia all'istinto materno che ti suggerisce naturalmente di prendere in braccio tuo figlio se piange, di allattarlo se cerca le tetta, di accoglierlo continuamente. Io lo consiglio, ma non come libro da avere assolutamente nella proprio libreria e da rileggere spesso. Non so se mi sono spiegata, ma spero di sì

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