martedì 6 settembre 2011

Spannolinamento


La nostra storia di spannolanti è nata poco prima dell’estate, verso maggio, quando alla sera, svuotando la wet bag della scuola, mi sono resa conto che un pannolino era asciutto. Utilizzando pannolini lavabili mi rendo conto se e quanta pipì viene fatta, ma le maestre fanno più fatica ad accorgersene. Nei giorni ho prestato sempre più attenzione al fatto e mi sono accorta che si ripeteva ma non quotidianamente.
Ho fatto notare la cosa alla mastra di riferimento e abbiamo capito che Lele rimaneva asciutto durante la nanna e, se veniva cambiato fra i primi, non bagnava il pannolino. Le ho chiesto come muovermi, mi ha detto di non avere fretta e di provare, se riuscivamo e volevamo, a fare qualche tentativo durante la pausa estiva.

Al ritorno dalla montagna in agosto passiamo qualche giorno a casa dove gli tolgo il pannolino dal pranzo in poi. La nanna fila liscia come l’olio, ma poi c’è qualche incidente. Sono preparata e non mi preoccupo. 
La settimana successiva vado al mare con mia sorella e i miei genitori e qui iniziano i guai.
È senza pannolino per tutto il giorno, visto che siamo in spiaggia la maggior parte del tempo, ma quando siamo a casa non vuole farla sul water, urla come se lo stessimo picchiando e non vuole nemmeno il pannolino. Sono disperata, ma sono testarda. Non voglio tornare indietro perché non voglio confonderlo e intuisco che il problema è legato all’ambiente e all’influenza dei miei genitori. Passiamo quattro giorni da panico e quando torniamo a casa la situazione non sembra migliorare. Anzi, inizia a fare la pipì anche durante la nanna e io vado in crisi.
Passo una giornata intera a raccogliere pipì fatte dopo 30 secondi che lo tiro giù dal water e urla urla urla.

Mi do tempo un altro giorno e la notte porta consiglio. Introduco due novità nella routine della pipì, se nemmeno quelle funzionano, aspetterò ancora qualche mese.

1° novità: timer. Punto un timer da cucina e gli dico che quando suona bisogna andare a fare la pipì. Lui adora il timer, che lega al cibo e alle torte in particolare. Lo punto a 10 minuti. Suona. Lele fa la faccia stupita e … corre in bagno! Non fa pipì, ma lo ripunto a 20 minuti e di nuovo corre verso il bagno e stavolta fa la pipì.

2° novità: lo sgabello. Si annoia a stare sul water e quindi dopo 2 picosecondi vorrebbe scendere. Gli propongo di usare lo sgabello della sua camera come tavolino su cui appoggiare un gioco o un libro. È contentissimo dell’idea e soprattutto sta lì anche 5 minuti.
In quattro giorni la situazione si ribalta completamente. Il timer suona ogni 2 ore circa e lui corre FELICE a fare la pipì. La cacca non riesce a farla a “comando” ma non riesce nemmeno ad avvertirci, per cui o riusciamo ad accorgecene noi oppure cambio completo, ma per noi è comunque un successo.

Ora siamo a 15 giorni dall’inizio di questa avventura e i successi sono strabilianti. Ora avverte per la pipì e anche per la cacca. Se è molto preso da un’attività o novità la fa addosso, ma è successo 2 volte nell’ultima settimana.

È stata un’esperienza particolare che mi ha fatto riflettere su tante cose. Ho capito che non ci sono libri sull’argomento perché è proprio una fase legata all’individualità del bambino e della sua famiglia. Non è solo il bimbo a dover essere pronto ma anche i suoi genitori. È impegnativo perché ho passato un sacco di tempo a raccogliere pipì e a cambiare e lavare mutandine e ho dovuto accettare il fatto che Lele stia crescendo e che avrebbe fatto un passo in più lontano da me. Sia io che lui ce ne siamo accorti, mettendoci alla prova e lottando sotterraneamente. Ora ha bisogno di meno cure fisiche, ma rimane la necessità della coccola legata a quel momento per cui abbiamo dovuto trovare dei modi alternativi.

Ora il mio bimbo è un ometto e io sono molto orgogliosa di lui.

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