Visto che stanotte ho dormito 4 ore circa, questo è proprio il post adatto a questa giornata.
Ero preparata a passare delle notti in bianco con un bambino piccolo. La prima notte in ospedale quasi non l’ho sentito, la seconda piangeva in continuazione, ho chiamato l’ostetrica preoccupata che stesse male e lei mi ha assicurato che aveva solo fame, per cui l’ho passato da una parte all’altra del letto ogni mezz’ora e dopo 3 giorni avevo già il latte.
Tornati a casa si svegliava spesso di notte, ma mangiava e si riaddormentava. Il 31 dicembre, a 3 mesi e mezzo, si sveglia solo una volta, il giorno successivo pure e io inizio a tirare un sospiro di sollievo.
Poi tutto va a rotoli! Inizia a svegliarsi anche 12 volte a notte, chiaramente si incavola perché alla 4° volta che si sveglia, vorrebbe ciucciare, ma non vuole il latte. Proviamo con il ciuccio, lo sputa e urla il doppio; proviamo a cullarlo, ma appena lo appoggiamo si sveglia e torna ad urlare; proviamo a dondolarlo sulla sedia a dondolo: quando la sedia si ferma lui urla; proviamo a tenerlo a letto con noi (prima dormiva nella navetta della carrozzina, appoggiata a terra) ma vuole si suoi spazi quindi lo sveglio e mi sveglia in continuazione. Il papi si trasferisce in cameretta e io e Lele abbiamo il nostro lettone, la situazione migliora.
Dopo un mesetto, il papi torna a reclamare il suo posto e decide di prendere in mano lui la situazione. Chiaramente torniamo ai 12 risvegli. Tutti ci vedono stanchi e alla frutta e cercano di aiutarci, con l’unico risultato che iniziamo a preoccuparci.
“Il tuo latte non è nutriente” o “Non hai più latte” il bimbo cresceva a vista d’occhio e io zampillavo latte dappertutto, o il fanciullo mangiava pasta a mia insaputa e io avevo delle perdite di liquido ignoto o io il latte ce lo avevo.
“Starà male, avrà un otite, un problema intestinale, mangi i latticini/uova/la papaya che lo fanno digerire male”: la visita dal pediatra fatta d’urgenza diagnostica un bimbo nella norma, attivo e in buona forma. Consiglio del pediatra: lasciatelo ai nonni per qualche ora, così vi riposate.
“Avete provato a fargli il bagnetto/ lasciarlo piangere/ la tisana/ a metterlo a dormire seduto/ ecc”: ognuno ci diceva la sua e noi stavamo andando nella confusione più totale!!!
Una notte il papi ha un’intuizione e senza dirmi nulla, fa una prova che funziona: mette Lele a pancia in giù e gli dà delle leggere pacchette sul sedere. Miracolo!!!! Continua a svegliarsi spesso, ma riusciamo ad addormentarlo. Non è una posizione sicura per il rischio Sids, ma Lele ha già 5 mesi e una buona mobilità, non lo copriamo ma gli mettiamo più strati di pigiama, in modo che non ci sia nulla che gli possa bloccare le vie respiratorie.
La situazione però rimane stabile: 4-5 risvegli notturni. Ci mette dai 5 minuti all’ora a riaddormentarsi e siamo molto affaticati.
Inizio a leggere “Fate la nanna”. Non mi convince al 100% ma non abbiamo alternative. Lo modifichiamo a nostro piacimento, per cui continua ad addormentarsi prendendo il latte, ma di notte interveniamo il meno possibile e al massimo lo facciamo piangere qualche minuto. In una settimana, così come viene “pronosticato” dal libro, Lele si riaddormenta da solo!
Finalmente abbiamo trovato la soluzione! E invece nel giro di una settimana torna alla situazione precedente, se non peggiorata!
Continuiamo a provarci, ma non dà nessun frutto. Arriviamo anche ai 15 minuti di pianto, ma ci si stringe il cuore e accantoniamo definitivamente il metodo.
Io continuo a leggere libri su libri, ma le notti mi affaticano molto e spesso non tento neppure ed è già un anno che non dormiamo di notte. Ho trovato molto adatto e praticabile il libro “Fai la nanna senza lacrime”, ma non sono stata molto assidua, avrei dovuto incontrarlo prima.
Un giorno in libreria mi imbatto in “101 modi per addormentare il tuo bambino”, non mi va di spendere dei soldi in questo libro appena uscito. Poi nella stessa giornata vado in biblioteca e lo trovo. Non credo nelle coincidenze per cui lo prendo in prestito e lo divoro in un attimo.
Per me è stata una rivelazione, per mio marito un libro assolutamente inutile. In effetti non ha tutti i torti, in pratica il libro dice che non c’è un metodo che vale per tutti, ogni famiglia trova il suo. La rivelazione è che nessuno mi aveva detto “ce la puoi fare da sola”.
In pratica ogni notte va a sé, lasciando però dei punti fissi, in modo che Lele si abitui piano piano a dormire per tutta la notte: routine rodata per l’addormentamento, no gite nel lettone o per casa, in braccio solo in caso di pianto disperato (tipo da brutto sogno o da spavento).
Poi arriva l’inaspettato inserimento al nido. Siamo un po’ preoccupati per il sonno notturno ma la situazione rimane stabile, ovvero 2 risvegli di cui uno da 1 ora o 2. Al colloquio di fine inserimento la maestra di riferimento ci dice che Lele è un bimbo molto agitato, che tende a buttare per aria tutto, non sta molto su un’attività o un gioco. Ci suggerisce di guardarlo giocare. Non ci avevo mai pensato; ho cercato di fargli fare cose nuove, sperimentare materiali, pasticciare, ecc e non ho mai passato del tempo a guardarlo.
E incredibilmente la situazione cambia di punto in bianco. Dorme tutta la notte!!! Ancora ci sono delle notti in bianco, ma sono sporadiche .
Ora ci svegliamo tutti felici! Lele chiama “Papi”, il papi, dal letto con la testa sotto il cuscino, gli chiede”Vuoi che ti venga a prendere la mamma?”, lui risponde subito “Tì”. La mamma lo prende fuori dal lettino e lui va dal papi, gli dà un bacino, gli prende la mano e gli dice “Dai, su!”
E la giornata inizia veramente bene!!!!