lunedì 12 dicembre 2011

Post di servizio


Questo non è un vero post, ma solo una breve comunicazione per dire che sono viva, stiamo tutti bene, eccetto qualche raffreddamento, ma il computer fa degli scherzetti abbastanza antipatici e mio marito ha voluto aggiustarlo …  Vi risparmio le discussioni sul “E’in garanzia, facciamocelo aggiustare da chi ce lo ha venduto” a “Lo aggiusto io, non ti preoccupare” e vi lascio con il dubbio di chi ha detto cosa.

Ora cerco di mettermi avanti con la tesi che ha avuto un arresto brusco e pericoloso (non voglio più pagare la retta universitaria, quindi mi devo sbrigare!!!!) per cui lascio un po’ da parte il blog, ma prometto di tornare!

martedì 15 novembre 2011

Biblioteca


Ieri siamo andati in biblioteca in paese. Non ci andiamo spesso insieme io e Lele (N non fa testo credo di esserci andata più volte io da quando mi sono trasferita, piuttosto che lui in 29 anni di vita!!!). Il motivo principale è perché non è molto curata: ci sono sempre un sacco di scatoloni nella sezione dei bambini, molti libri sono dentro delle ceste di plastica chiuse con il coperchio, la metà dei libri usufruibili è sparpagliata in giro sui tavoli. Per finire di descrivere il quadro: quando cerco un libro della sezione ragazzi/adolescenti, mi dice sempre che me lo cerca poi lo dà a mia suocera.
Non è colpa sua, perché è da sola e deve gestire tutto, ma non è un posto a cui io darei il nome di biblioteca.

Ok, dopo questo piccolo sfogo, passo al dunque. Dalla finestra che si affaccia sul parcheggio, Lele ha visto che all’interno c’era un cartellone con la Pimpa. Mi ha guardato, ha sgranato gli occhi ed è voluto correre dentro. Solitamente è un bimbo che non dà confidenza e non parla davanti a degli estranei: la Pimpa ha rotto tutti gli indugi. Dopo che ho salutato, ho spiegato perché il cucciolotto si era fiondato nell’altra stanza e perché era fermo in adorazione. La bibliotecaria allora gli ha tirato fuori 3 o 4 libretti della Pimpa: le ha fatto un sorriso da svenimento.
Li teneva stretti stretti e non li voleva lasciare nemmeno a me. Allora mi sono fatta spazio su un tavolino basso e gli ho detto che poteva sedersi a leggerli lì.
Da quel momento è stato un susseguirsi di prendi, lascia, sfoglia, “Mamma, leggi!”, “No piace”, ecc. Nel frattempo io stavo scegliendo i libri che avrei portato a casa io per lui.
Mi piace che possa scegliere quello che più gli piace, ma voglio educare il suo gusto per gli albi illustrati e sicuramente un libro sulla Pimpa e sui numeri a 2 anni non sono proprio adatti.
Io sarei stata tutto il pomeriggio a sfogliarli (per la cronaca, ci sto anche facendo la tesi!) e li avrei presi tutti, ma dopo un’ora entrambi siamo giunti ad una conclusione.

Lele ha scelto un libro sui Barbapapà. Tutto fiero è andato dalla bibliotecaria con la tesserina e ha detto “Uetto” (trad. questo). Poi ho firmato le tesserine dei libri per tutti e 2 (sì, siamo in epoca preistorica!) e abbiamo messo i libri in una busta.
Nonostante fosse pesantissima per lui, ha voluto portarla da solo e tutto fiero alla sera ha raccontato a papà della sua avventura nell’universo dei libri.

Alla sera sul divano comunque i libri che ho scelto io, hanno declassato i Barbapapà a libro da bagno, cioè lo legge mentre è a fare pipì o cacca ;-)

P.S. Nei prossimi giorni volevo spendere 2 parole per i libri che ho preso, non sono un segreto di stato!

sabato 12 novembre 2011

Costanza

2 giorni fa Costanza ha compiuto 2 mesi. È la piccolina di casa e mi dà moltissime soddisfazioni. Anche papi e Lele apprezzano molto la sua presenza, anche se il papi all’inizio era un po’ scettico. Mi piace molto stare con lei e mi ha fatto scoprire un mondo fantastico.
No, non parlo di una seconda figlia, ma un po’ è come se lo fosse, infatti Costanza è la mia pasta madre!
Ero un po’ scettica se partire o meno con questa avventura perché all’inizio bisogna starle dietro parecchio e bisogna buttare via parecchia roba. I primi tempi il pane non era un granché ma da qualche settimana sono proprio soddisfatta di lei!!!

Nei menù quotidiani non sono brava perché non sono molto creativa, per cui devo seguire una ricetta o un procedimento molto consolidato quindi mi demoralizzo molto o faccio spesso le stesse cose. Con i dolci e il pane invece dò il meglio di me. Mi piace vedere l’impasto crescere, prendere vita e trasformarsi sotto i miei occhi, anche se la ricetta è la stessa, il prodotto non è mai lo stesso e hai sempre un margine di miglioramento.

In questa foto non rende molto l’idea del suo sviluppo, ma purtroppo la foto figa in cui Costanza fa capolino dal coperchio, è sulla macchina fotografica di mia sorella.

venerdì 4 novembre 2011

Mooncup I Love You


Ieri stavo sfogliando il depliant (non so come si chiama) con le offerte e le promozioni dell’Ipercoop e mi stavo gongolando di quante cose facciamo a meno o abbiamo sostituito in maniera più ecologica o biologica o a Km 0.
Dopo aver scelto di usare i pannolini lavabili su Lele, infatti, mi si è aperto un mondo infinito fatto di consapevolezza e di milioni di possibilità.
Prendiamo la frutta e la verdura dal contadino dietro casa o al mercato “Campagna Amica”, non compriamo pannolini usa e getta, mi auto produco creme e saponi, faccio il pane e i dolci in casa, non uso assorbenti. Insomma tutta un’altra vita!
L’eliminazione degli assorbenti è stata una delle prime cose che ho pensato dopo aver iniziato con i lavabili, ma con il fatto che ho avuto il capoparto un anno dopo la nascita di Lele, è stata l’ultima cosa che ho messo in porto.
Ero indecisa se utilizzare gli assorbenti lavabili o la coppetta mestruale, mio marito mi ha fatto giustamente pensare che conveniva spendersi 30 euro e provare la coppetta (che è la cosa più “strana”) piuttosto che spendersi un centinaio di euro per gli assorbenti che hanno una logica simile a quelli usa e getta. E così ho fatto!
Il mio commento è solo uno F A V O L O S A !
Bisogna avere un po’ di confidenza con il proprio corpo, ma dopo che da lì è passato un bambino, non mi fa paura più niente =)
Ormai è un anno che la uso quindi mi sono fatta un’idea ben precisa.

CONTRO: -  Devi ricordarti di averla con te quando si è fuori casa o si è in vacanza;
- Bisogna considerare i vari scenari in cui la si deve cambiare e attrezzarsi con tutto il necessario (bottiglietta d’acqua, salviette, ecc);
- Ci sono mesi in cui è più difficile cambiarla e posizionarla correttamente;
- Bisogna cercare di capire che flusso si ha per prenderne una dalla capienza adeguata (ma questo vale anche per gli assorbenti U&G, se metti un salvaslip nel giorno con il flusso più leggero, non passi inosservata).

PRO: - E’ ecologica ed economica (costa su una trentina di euro e se si considera che la si usa per almeno 5 anni, in 4 cicli si è già a pari);
- Non si creano quei cattivi odori tipici dell’utilizzo degli assorbenti classici (non fatemi scendere nei dettagli =));
- La si può indossare per parecchie ore (flusso permettendo) senza alcun rischio per la propria salute, cosa invece che succede con gli assorbenti interni,
- È invisibile e, se posizionata correttamente, non ci si accorge di averla (mi capita spesso di ricordarmi di lei solo quando vado a fare pipì);
- Mi azzera quasi completamente i dolori mestruali. Non so se ci sono delle prove scientifiche a riguardo, ma io ne soffrivo parecchio, e la gravidanza non aveva eliminato il problema perché i 2 cicli che ho fatto con assorbenti sono stati dolorosi come al solito.

Per farvi capire quanto ne sono innamorata, sono andata a giugno 4 giorni al mare e l’ho dimenticata a casa. Non ho un ciclo regolare per cui a volte non so bene quando potranno arrivare, nonostante tenga monitorato il muco e la temperatura (ma quanto è un altro argomento). Quando me ne sono accorta, mi sono messa a piangere con mio marito perché non volevo usare gli assorbenti usa e getta!!! Ok, io poi non sono molto normale 0__0

P.S. Naturalmente ci sono varie marche, varie misure, vari colori, varie capienze, ecc. Qui vengono messe a confronto e per me è stato molto utile.

giovedì 27 ottobre 2011

Il bambino della casa numero 10

È autunno! Per me l’autunno inizia ad ottobre. So che non è così, ma i primi freddi, la pioggia, il cielo coperto e soprattutto l’esplosione di rosso, sono tipici di ottobre più che di settembre e io collego l’autunno a questi elementi.
Sono anche settimane un po’ fitte: c’è stato il mio compleanno, fra qualche giorno si laurea mia sorella (che ansia!!!), ho avuto due colloqui di lavoro (ma ancora nessun contratto) e mi sono messa a leggere un libro.

Il libro porta il titolo di questo post. Me lo ha prestato un’amica dicendomi che lei lo aveva divorato in 24 ore, la sorella (con due bimbi piccoli) in 2 giorni e secondo lei mi sarebbe piaciuto… e ci ha preso!!!
È una storia vera e questo mi ha un pochino frenato nelle prime pagine perché temevo il mio coinvolgimento emotivo. Temevo di non riuscire più a staccarmi e così è stato!
Parla di un bambino che viene abbandonato dalla madre a un anno e viene rinchiuso in un orfanotrofio, dove viene giudicato irrecuperabile, quindi non adottabile e destinato a passare tutta la sua vita in istituti. Tutto questo condito dal fatto che in Russia negli anni ’90 e tuttora (così viene raccontato nel libro, non ho delle informazioni approfondite) i bambini considerati irrecuperabili vengono lasciati a loro stessi. Questa etichetta viene data non solo a bambini con dei grossi problemi neurologici o psichici, ma anche a bambini con problemi fisici, piccole difficoltà o patologie risolvibili con qualche operazione.

È veramente un inno alla vita! Questo bimbo trasmette una voglia di vivere grandissima e una capacità di adattamento senza misura. Mi ha aperto gli occhi su una realtà a me sconosciuta e ,pensare che il trattamento che viene descritto è riservato ancora ai bambini disabili che vivono lì, mi lascia molta rabbia.
Concludo questo post con la frase che chiude il libro: “Tuttavia, se questo libro assottiglierà, anche di poco, i ranghi degli indifferenti, avrà avuto successo”.